Sabato 1° febbraio 2025, ore 23:59.
Mancano dieci secondi alla mezzanotte e con essa compirò il mio ventisettesimo anno di vita.
Camilla e Andrea preparano i calici e la torta per questa intima celebrazione. Li osservo mentre la mia mente, instancabile viaggiatrice che percorre tremila pensieri al secondo, inizia a riflettere.
Camilla e Andrea preparano i calici e la torta per questa intima celebrazione. Li osservo mentre la mia mente, instancabile viaggiatrice che percorre tremila pensieri al secondo, inizia a riflettere.
Ventisette anni. Ventisette giri intorno al sole. C’è chi li considera molti, chi invece pochi.
Io li considero semplicemente l’ennesimo capitolo che si aggiunge alla sceneggiatura della propria esistenza.
Io li considero semplicemente l’ennesimo capitolo che si aggiunge alla sceneggiatura della propria esistenza.
Una sceneggiatura singolare, quella della propria vita: a volte siamo noi gli sceneggiatori, scegliendo il percorso da intraprendere; altre volte, invece, sono gli altri a condurci lungo sentieri più o meno piacevoli.
Un pensiero prende forma. Io non scelgo solo il mio percorso, io scelgo anche quello per gli altri.
Il tutto è iniziato in tenera età, quando da bambina giocavo con le bambole e passavo ore a creare infiniti scenari per quei personaggi sotto il mio controllo.
Poi sono cresciuta, ho messe da parte le bambole e i loro scenari e ho iniziato a scrivere i capitolo della mia storia: mi sono innamorata, ho viaggiato, riso, pianto, imparato una nuova lingua,conosciuto nuovi amici, perso vecchi amici.
Nell’ultimo anno di università ho raccontato il lato rivoluzionario del cinema erotico europeo a un gruppo di persone che, tanto è piaciuto, ha deciso di concedermi una laurea.
Il tutto è iniziato in tenera età, quando da bambina giocavo con le bambole e passavo ore a creare infiniti scenari per quei personaggi sotto il mio controllo.
Poi sono cresciuta, ho messe da parte le bambole e i loro scenari e ho iniziato a scrivere i capitolo della mia storia: mi sono innamorata, ho viaggiato, riso, pianto, imparato una nuova lingua,conosciuto nuovi amici, perso vecchi amici.
Nell’ultimo anno di università ho raccontato il lato rivoluzionario del cinema erotico europeo a un gruppo di persone che, tanto è piaciuto, ha deciso di concedermi una laurea.
Quando ho iniziato a lavorare, ho ripreso ufficialmente a raccontare storie. C'è chi l'ha chiamata 'botta di culo', chi invece ‘destino'. Non ho mai saputo quale fosse la verità. So solo che le bambole sono diventate attrici e attori, e che gli infiniti scenari si sono trasformati in video di ogni genere.
Racconto ora storie per influenzare le scelte d’acquisto delle persone, per cambiare la percezione di un brand, per rievocare ricordi ed emozioni. Storie dentro ad uno studio di posa, storie dall’altra parte del mondo, storie dietro ad una fotografia.
Tutto sembra perfetto all’apparenza, ma i miei pensieri ora viaggiano a cinquemila.
Di tutte le storie che racconto, sto raccontando anche la mia?
Sto cambiando anche la mia?
Sono entrata in una comfort zone e faccio fatica a uscire.
Raccontare o raccontarmi?
No, no, no. Raccontare e raccontarmi. Questo è il giusto equilibrio.
Di tutte le storie che racconto, sto raccontando anche la mia?
Sto cambiando anche la mia?
Sono entrata in una comfort zone e faccio fatica a uscire.
Raccontare o raccontarmi?
No, no, no. Raccontare e raccontarmi. Questo è il giusto equilibrio.
Ventisette anni. Il ventisettesimo capitolo della mia esistenza.
Scritto da me o scritto da altri?
Mancano pochi secondi alla mezzanotte. L’adrenalina ha preso
possesso del mio corpo. Nella mia mente, un barlume.
Tre. Due. Uno.
Scritto da me o scritto da altri?
Mancano pochi secondi alla mezzanotte. L’adrenalina ha preso
possesso del mio corpo. Nella mia mente, un barlume.
Tre. Due. Uno.
Domenica 2 febbraio 2025, Mezzanotte.
Ho ventisette anni e ventisette candeline da spegnere.
Esprimi un desiderio, dicono i due sorrisi davanti a me.
Chiudo gli occhi e inspiro.
Il barlume diventa luce viva.
Ho ventisette anni e ventisette candeline da spegnere.
Esprimi un desiderio, dicono i due sorrisi davanti a me.
Chiudo gli occhi e inspiro.
Il barlume diventa luce viva.
Soffio le ventisette candeline.
Martedì 29 aprile 2025, ore 12:30
Appoggio l’ultimo scatolone in quella che sarà la mia nuova casa.
Papà è in terrazzo a guardare Ortica, “il più piccolo ma bel quartiere di Milano” — o almeno così lo descrivono i miei amici milanesi.
«Andiamo a fare una passeggiata?», dice l’innata curiosità di mio padre. Sessantaquattro anni e ancora con la stessa curiosità che,trent’anni prima, aveva conquistato mamma.
Iniziamo la nostra piccola passeggiata per Milano, tra grattacieli e linee del tram. Udine, a confronto, è un paesino.
Appoggio l’ultimo scatolone in quella che sarà la mia nuova casa.
Papà è in terrazzo a guardare Ortica, “il più piccolo ma bel quartiere di Milano” — o almeno così lo descrivono i miei amici milanesi.
«Andiamo a fare una passeggiata?», dice l’innata curiosità di mio padre. Sessantaquattro anni e ancora con la stessa curiosità che,trent’anni prima, aveva conquistato mamma.
Iniziamo la nostra piccola passeggiata per Milano, tra grattacieli e linee del tram. Udine, a confronto, è un paesino.
Nuovi odori, nuovi suoni, nuove immagini. Tutto mi pervade la
mente; la novità mi sta ubriacando. Sarà un’ubriacatura felice o
triste?
mente; la novità mi sta ubriacando. Sarà un’ubriacatura felice o
triste?
Dieci secondi per ritornare sobria nella realtà.
Tre. Due. Uno.
Forse era un’ubriacatura felice.
Tre. Due. Uno.
Forse era un’ubriacatura felice.